Il mondo dei social italiano ha saputo mostrare, negli anni, quanto sia ancora lontana una profonda comprensione dei social stessi e del loro impatto nel mondo della pubblicità e del marketing. Tra chi sopravvaluta e chi al contrario sottovaluta è presente un vero e proprio abisso, con un’unica certezza: che la regina è, e sarà ancora per molto tempo, Chiara Ferragni.
Che la si ami o la si odi, Chiara Ferragni ha, con vari meriti, suoi e del suo staff (passato e presente), rivoluzionato il modo di vivere il business attraverso i social media, evolvendosi da un blog personale fino a una vera e propria azienda costruita intorno alla propria immagine. Ha dimostrato così, tra i primi personaggi in Italia, le potenzialità della nuova epoca degli influencer, a cui, nonostante le resistenze di chi ancora non comprende questo fenomeno, per certi versi bisogna arrendersi.
Il tutto ha portato ovviamente diverse declinazioni per il mondo della pubblicità e del marketing, con la nascita dei cosiddetti microinfluencer e molto altro. Un meccanismo in grado di coinvolgere anche gli insospettabili, come gli Uffizi di Firenze.
La celebre galleria ha ospitato un servizio fotografico di Chiara Ferragni per Vogue Hong Kong, mostrando lo splendore di un luogo famoso in tutto il mondo. Così non solo la influencer ha raccontato l’evento sul suo profilo Instagram, ma lo stesso profilo Instagram degli Uffizi ha postato il tutto, attraverso un testo in cui si lodava l’impegno dell’imprenditrice e le sue capacità nel rappresentare un mondo nuovo.
L’indignazione si muove facile sui social, come ben sappiamo, e molti hanno trovato fuoriposto quanto pubblicato dal profilo degli Uffizi stessi, in un susseguirsi di critiche anche verso la influencer, ritenuta poco adeguata e molto altro. Un comportamento che non dovrebbe stupire, visto quanto successo tempo fa dopo una sua visita alla Cappella Sistina, con commenti dello stesso stile.
Che riflessione ci offre tutto ciò? Eventi di questo tipo mostrano ancora una certa miopia diffusa nel comprendere ciò che veramente può derivare da azioni social di questo tipo. Il turismo, in Italia, è in affanno, dopo una primavera che ha portato una pandemia che tutti conosciamo fin troppo bene. Basta parlare con addetti ai lavori per comprendere come sia difficile replicare l’impatto economico del turismo negli anni passati.
La presenza di Chiara Ferragni, con oltre venti milioni di followers sparsi in tutto il mondo, è importante proprio in virtù di quel mondo degli influencer che oggi vediamo di fronte ai nostri occhi, e che non possiamo, né dobbiamo, rifiutare. Vedere Chiara Ferragni dentro la Cappella Sistina o dentro gli Uffizi di Firenze mostra un forte messaggio: si può viaggiare, si possono visitare splendidi luoghi, il mondo continua a muoversi e possiamo farlo anche noi.
E questo messaggio non arriva solo a un pubblico italiano, ma anche a un pubblico che vive fuori dai nostri confini, e che potrebbe riprendere a viaggiare verso le nostre meraviglie, artistiche e naturali.
Criticare la scelta degli Uffizi di Firenze significa non comprendere quanto non solo il settore abbia bisogno di aiuti, ma anche di come questi aiuti possano arrivare dal mondo dei social network, un mondo fin troppo bistrattato da chi resta ancorato a una visione del marketing e della pubblicità ormai inesistente.
I dati parlano chiaro: il proifilo Instagram della Galleria, abiutato ad una crescita giornaliera di 2-300 followers ha visto un balzo 10 volte maggiore solo nelle ore successive alla pubblicazione dei post. Coincidenze?
Se è vero che la rete non è una terra dell’oro adatta a tutti, è anche vero che proprio quella stessa rete ha la capacità di mescolare le carte in tavola, offrendo ottimi risultati a chi avrà la capacità di giocare quelle stesse carte nella giusta maniera.
L’autore
Andrea Prosperi: Cresciuto a pane e social, è incuriosito da tutto ciò che accade in questo piccolo grande mondo.
https://www.instagram.com/socialmediasurfer/